Enuresi

L' Enuresi è inserito nel DSM-V (edizione aggiornata del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) tra i Disturbi dell'Evacuazione che acquisiscono nel nuovo manuale una loro indipendenza diagnostica. L'Enuresi è un disturbo che consiste nell'emissione involontaria di urina in bambini di età superiore a 5-6 anni, in assenza di lesioni dell'apparato urinario. Si distinguono due forme di Enuresi:
- Enuresi Primaria, dove il bambino non ha mai acquistato il controllo della vescica;
- Enuresi Secondaria, dove, nonostante siano trascorsi almeno sei mesi dal momento in cui il bambino ha acquisito la competenza della continenza urinaria, ricomincia a farsi la "pipì addosso".
Occorre fare un'ulteriore distinzione tra Enuresi Notturna, dove il bambino ha difficoltà a controllare la vescica durante la notte, dall'Enuresi Diurna, dove la perdita di urina avviene durante le ore diurne. L'Enuresi Notturna si verifica principalmente durante la prima fase della notte e, solo occasionalmente, durante la fase REM del sonno (con la possibilità che il bambino stia facendo un sogno che comporti l'atto di fare pipì). L'enuresi Diurna, coinvolge maggiormente le bambine di età inferiore ai nove anni e può verificarsi, ad esempio, quando il bambino aspetta troppo a fare pipì perchè impegnato in qualche altra attività o, quando va a fare pipì raramente.
Alla base dell'Enuresi Diurna sembra avere un ruolo fondamentale la componente emotiva: la nascita di un fratellino/sorellina, l'ingresso a scuola, un trasloco, la separazione dei genitori, l'ospedalizzazione prolungata di uno dei genitori, sono eventi che stravolgono la vita del bambino, minano le sue certezze, i suoi punti fermi e il suo ritmo abituale di vita, portando a ripercussioni sul suo bisogno di sicurezza, di attenzione e di dipendenza. Accade spesso che i bambini tendano a vergognarsi ed evitino le situazioni che possono metterli in imbarazzo, come partecipare a gite scolastice, a campeggi, dormire a casa di amici o parenti, portando quindi ad un ritiro dalla vita sociale ed interferendo con lo sviluppo relazionale del bambino. Proprio questi aspetti rendono importante il sostegno psicologico per questo disturbo, che frequentemente si risolve da solo, ma che ha un notevole prezzo per la vita affettiva e sociale del bambino.