Il sostegno psicologico nelle malattie neurologiche

Sostegno alla persona con malattia neurologica e al suo caregiver
Quando si parla di malattie neurologiche si pensa ad Ictus Cerebrale, Demenze, tra cui la Malattia di Alzheimer, al Morbo di Parkinson, alla Sclerosi Multipla, alla Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA).La maggior parte delle malattie neurologiche sono cronico degenerative: questo significa che non è possibile tornare allo stato di salute in cui erano assenti sintomi neurologici e che, frequentemente, il decorso della malattia peggiora con il tempo. Quando ad un componente della famiglia viene fatta diagnosi di una malattia neurologica, l’intero sistema familiare si trova a fare i conti con una condizione che lo modificherà nel suo insieme. Lo stesso accade per eventi traumatici o incidenti, che lasciano conseguenze irreversibili a carico del Sistema Nervoso Centrale, che non permetteranno più di tornare alla vita precedente. Molte sono le problematiche psicologiche che ruotano attorno a questi eventi, dalla accettazione della nuova condizione di vita da parte della persona malata e di chi gli sta incontro alla gestione e al modo di affrontare l’evento stesso.
In tale contesto rivolgersi ad un professionista può essere utile per la persona colpita dalla malattia o dall’evento traumatico che si trova, più o meno improvvisamente, a fare i conti con una nuova realtà e un nuovo stile di vita: il sostegno psicologico può aiutare a contenere ansie e paure, favorire il processo di elaborazione della nuova condizione e la ricerca di nuovi modi di affrontare le svariate situazioni della vita quotidiana che da quel momento, saranno vissute “con” la malattia.
Il sostegno psicologico è altrettanto utile per il caregiver. Con il termine caregiving si intendono le attività di cura e assistenza che vengono fornite ad una persona che si trova in una condizione di bisogno. La famiglia rappresenta il principale contesto in cui viene fornita assistenza alle persone non autosufficienti: il caregiver è la persona che, all’interno della famiglia, si prende maggior cura del malato. Stanchezza, ridotta partecipazione sociale e sensazione di perdita della propria vita sono esperienze comuni tra i caregiver. Paura, rabbia per il fatto che proprio il loro caro si è ammalato oppure rispetto al timore che possa esserci una predisposizione ereditaria alla malattia e vissuti di colpa sono tra i vissuti emotivi più riferiti. A volte il senso di colpa non è rivolto al paziente ma alla propria famiglia: ad esempio una persona che accudisce il proprio genitore può sentire di trascurare il proprio attuale nucleo familiare, cioè il partner e i figli. Si riscontrano di frequente nella popolazione dei caregiver disturbi d'ansia, disturbi del sonno e depressione. E’ utile, per chi si trova in queste situazioni, poter avere un proprio spazio di ascolto con un professionista che possa accogliere ed aiutare ad elaborare questi vissuti come il confronto con chi ha già avuto esperienze simili e con le associazioni di familiari, così come è molto importante rivolgersi ai Centri specializzati del territorio, in particolare quelli che svolgono attività di informazione, formazione e possono offrire servizi socio-assistenziali. Si può così essere informati sulla malattia o ricevere consigli utili sulle strategie da adottare per tentare di rallentarne il decorso e/o gestirne i sintomi.
AUTORE: Dott.ssa Sara Bradac