La psicoterapia della Gestalt

Fritz Perls è il fondatore della Psicoterapia della Gestalt. Negli Stati Uniti, negli anni 50, la ufficializza come terapia che raccoglie in sé le idee tradizionali della psicoterapia freudiana, junghiana e reichiana, i principi della teoria del campo di Lewin e i contributi filosofici dell'esistenzialismo, da Kierkegaard a Heidegger, della fenomenologia di Brentano e Husserl, e della Psicologia della Gestalt.
"Non c'è bisogno di scavare: è tutto lì."
"Il fine della terapia consiste nel far sì che il paziente non dipenda dagli altri e scopra fin dal primissimo momento che può fare molte cose, molte più cose di quelle che crede di poter fare."
(Fritz Perls)
In terapia, così come nella vita, scelta e creatività esistono solo nel qui e ora, in un momento determinato nel tempo e nello spazio, caratterizzato da specifici oggetti, specifiche situazioni, specifiche emozioni. E' per questo che secondo la Psicoterapia della Gestalt non è possibile prendere decisioni al di fuori di un contesto, reale o immaginario che sia. Il terapeuta abbandona la classica posizione di neutralità diventando parte in causa nel processo terapeutico. Assume un atteggiamento di sospensione del giudizio e una postura di indifferenza creativa: segue il paziente in qualunque luogo voglia andare. Sviluppa, all'interno di una cornice teorica e tecnica, un suo stile personale, legato al suo carattere ed al suo modo di essere e muoversi nel mondo.
Uno dei principi base della Gestalt afferma che "Il tutto è differente dalla somma delle sue parti": per comprendere un comportamento è importante, oltre che analizzarlo, averne una visione di insieme, percependolo nel contesto globale (visione olistica). Viene presa in considerazione l'intera esperienza di vita di una persona: fisica, psicologica, intellettuale, emotiva, relazionale e spirituale. L'approccio gestaltico non si focalizza sul sintomo e non lo considera come qualcosa che deve essere eliminato, ma seguendo un'ottica evoluzionista, lo pensa come il miglior adattamento possibile che un organismo sia in grado di trovare per rapportarsi ad uno specifico ambiente. L'attenzione è rivolta al "cosa” e al "come” piuttosto che al "perché” di un'azione o di un comportamento. La consapevolezza del come qualcosa avviene, infatti, conduce più facilmente alla possibilità di compiere un cambiamento genuino e responsabile. Per il gestaltista, l'esperienza nel qui e ora è terapeutica di per sé.
Spesso le persone sono in difficoltà nei rapporti perché quando sale l'emozione non hanno sufficiente esperienza per gestirla: o la subiscono o la agiscono, o attaccano o ingoiano. Non hanno l'abitudine di comunicare esprimendosi. Esprimere le emozioni, naturalmente, è diverso da dirle: dire che sono arrabbiato non ha lo stesso effetto di vivere ed esperire la rabbia. Manifestare il proprio mondo interiore è il mezzo e lo scopo della Psicoterapia della Gestalt. Va tracciata anche una linea di divisione tra agire ed esprimere: agire è parlare dell'altro, esprimere è parlare di sé. Manifestare attraverso l'espressione il proprio mondo interiore è il mezzo e lo scopo della Psicoterapia della Gestalt.
La Psicoterapia della Gestalt è finalizzata al miglioramento della qualità della vita della persona. La relazione terapeutica rappresenta la palestra ideale dove scoprire, osservare e mettere in uso comportamenti diversi dai soliti automatismi. Tramite l'esperienza diretta con il terapeuta, il paziente impara a conoscere e a sperimentare nuove possibilità e nuovi modi di stare al mondo.